"Ehi, sono io, Reba!" gridò la modella Teddy Quinlivan, mentre passeggiava nel backstage del Moschino mostrare Milano. Tutti i modelli della collezione autunnale a tema game show del designer Jeremy Scott indossavano abiti da sera sfarzosi ed enormi parrucche bouffant. La parrucca di Quinlivan era di un'audace tonalità di rosso che le dava una vaga somiglianza con Reba McEntire.
Scott non è altro che un intrattenitore, e anche un grande. I suoi spettacoli di Moschino sono puro taglio da campo con una rispettabile quantità di moda e qualche battuta interna. Uno che è apparso in questa collezione, leggermente nascosto tra le stampe delle slot machine e dei simboli del dollaro, era una capsule collection con immagini dei Good Luck Trolls. Più comunemente noti come Troll, quelle creature giocose con aggiornamenti verticali che furono popolari per la prima volta negli anni '60, le creature sono apparse come parte di una collaborazione con Universal Brand Development per celebrare il loro 60° compleanno. Sono apparsi su felpe, T, borse e un favoloso vestito aderente con pannelli luminosi che ricordava il tabellone di gioco di "Press Your Luck". Niente capricci, solo troll.
Credito: cortesia
"Volevo una specie di mascotte", dice Scott. “E i Troll sono un elemento nostalgico della cultura pop. Non credo che ci sia mai stato un momento nella mia vita in cui non li conoscessi".
Certo, i Troll hanno avuto i loro alti e bassi, popolari negli anni '80 e '90, e di nuovo in tempi recenti grazie al lungometraggio DreamWorks del 2016, che ha aggiunto alcune personalità alla tematica storica caratteri.
"Io stesso sono più vecchio stile", dice Scott. “I Troll originali non avevano quella celebrità di Hollywood in piena regola. Non avevano nomi, solo stili come Troll con camicia hawaiana o Troll hippie”.
"Il mio obiettivo", afferma Scott, "è sempre quello di mettere un sorriso sui volti delle persone".
Credito: cortesia
Tuttavia, alcuni critici hanno letto molto di più in questa raccolta, principalmente come una dichiarazione ironica sulla cultura del consumo di oggi e la sua ossessione per la fama. Scott ha riso dei pensieri profondi, ma ha permesso: "Direi di leggerlo, ma personalmente non lo seziono molto. Non insulto il consumismo, ma lo prendo in giro”.
E non è di questo che si occupa Moschino?