Madeline Brewer ha una relazione complicata con il colore rosso. "A causa dei miei capelli, non ho mai pensato che fosse per me", dice ridendo. "Ma, oh, come è cambiato."
Il cambiamento, ovviamente, potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto che lei, insieme ai co-protagonisti Elisabeth Moss e Alexis Bledel, indossa un mantello scarlatto (e un berretto bianco alato) quasi ogni giorno sul set di Il racconto dell'ancella di Hulu, che tornerà per la seconda stagione il 25 aprile. "Durante le riprese mi guardo intorno e mi rendo conto di essere circondata da un mare di abiti rossi", dice. "Il colore sembra seguirmi ovunque ora, anche quando non lavoro."
Credito: Emman Montalvan/Tack Artists Group
CORRELATO: Janet Jackson merita delle scuse, e non solo da Justin Timberlake
Chi ha familiarità con lo spettacolo, basato sul romanzo di Margaret Atwood del 1985, può immaginare che il ruolo non sia di quelli che possono essere scrollati di dosso facilmente. Brewer interpreta Janine, un'ancella che vive nella teocrazia distopica di Gilead, che viene privata dei suoi diritti e costretta a generare figli per il suo comandante. Eppure, nonostante tutta la sua sofferenza, si rifiuta di lasciare che il mondo la spezzi. "C'è di più in Janine di quanto non sembri, nessun gioco di parole", dice Brewer, riferendosi al primo episodio, in cui l'occhio destro del suo personaggio viene strappato come punizione per aver parlato con la bocca. "La sua capacità di vedere la luce attraverso tutta l'oscurità è qualcosa che ammiro davvero".
Quello spirito combattivo ha ispirato la venticinquenne a diventare schietta anche nella propria vita. "C'è una nuova coscienza che abbiamo raggiunto come società. Siamo più disposti a rimanere svegli, essere coinvolti e parlare contro l'ingiustizia, e questo spettacolo va di pari passo con questo", dice. "Mi ha anche ricordato quanto sia importante sostenere le donne: leggere i libri di loro, sostenere le aziende di loro proprietà e avere un senso di sorellanza".
Credito: Emman Montalvan/Tack Artists Group
CORRELATO: Perché il tentativo dei Grammy a #MeToo Fell Flat
Anche l'approccio di Brewer al vestire, che ha perfezionato durante la recente raccolta di premi della stagione dello show, è abilitante. "I vestiti devono essere sempre personali. Non indosserei mai qualcosa di troppo generico", dice, citando i fantastici modelli di Rodarte e Paule Ka come preferiti. "La mia stilista, Penny [Lovell], mi aiuta a trovare abiti interessanti che mi facciano sentire forte, come la donna che voglio essere". Senza dubbio ne vedremo uno rosso nel mix.
Fotografo: Emman Montalvan. Redattrice di moda: Sue Choi. Capelli: Sylvia Wheeler per Forward Artists. Trucco: Valery Gherman per Dior Beauty al The Wall Group. Manicure: Whitney Gibson per Tomlinson Management Group.
| Credito: Emman Montalvan/Tack Artists Group
Credito: Emman Montalvan/Tack Artists Group
Per altre storie come questa, prendi il numero di marzo di InStyle, disponibile in edicola e per download digitale Ora.