Mentre i fan della Disney del 1967 Il libro della giungla tendono a ricordare le canzoni allegre (sicuramente ricorderete "The Bare Necessities" e "I Wanna Be Like You"), i fan della nuova versione, che aprirà questo venerdì 15 aprile, probabilmente ricorderanno lo stordimento visivi.
Questo film, magistralmente diretto da Jon Favreau, è una vera meraviglia. Più oscuro e un po' più spaventoso dell'originale, era anche più ricco di azione e sono rimasto ipnotizzato da quanto fosse realistico. Sì, ho detto realistico, non un'impresa facile per un ibrido live action/animato.
Credito: Disney
Ma sembrava davvero tutto immersivo (il 3D senza dubbio ha aiutato). I dettagli sono notevoli. Si potrebbe praticamente assaggiare il miele, sentire il graffio degli artigli della tigre e annusare il temuto "fiore rosso" noto anche come "fuoco dell'uomo". È stato completamente divertente.
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Cominciamo con Mowgli, il "cucciolo d'uomo" allevato dai lupi, interpretato dall'adorabile nuovo arrivato Neel Sethi. L'unico personaggio live action dell'intero film, Sethi riesce a reggere il confronto in un universo CGI popolato da leggende della recitazione come
Bill Murray (come l'adorabile e manipolatore orso Baloo), Christopher Walken (come l'eccentrico ma spaventoso orango gigante, King Louie), Idris Elba (come la tigre malvagia, Shere Khan), Sir Ben Kingsley (come protettrice di Mowgli, la pantera nera Bagheera), Scarlett Johansson (come il serpente astuto, Kaa), e Lupita Nyong'o (come l'amorevole madre lupo di Mowgli, Raksha).Credito: Disney
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Gli enormi occhi marroni di Sethi e l'atteggiamento naturale e sbarazzino si aggiungono al suo fascino, ma è Murray che ruba la scena. È perfettamente interpretato come l'orso connivente, ma accattivante, che costringe Mowgli a compiere imprese come estrarre il miele dagli alveari ronzanti di api.
La trama è sostanzialmente la stessa del libro di Rudyard Kipling e della precedente versione Disney, per mantenere al sicuro il suo orgoglio di lupo e sfuggire all'ira di Shere Khan, Mowgli deve lasciare la giungla e andare nel villaggio di uomini a cui appartiene, ma le avventure che incontra lungo la strada, anche il quelli spaventosi come essere ipnotizzati dal serpente Kaa, o catturati da una banda di scimmie dispettose, sembrano solo fargli amare la giungla anche di più.
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Non vi rovinerò il finale, ma è diverso dalla versione del 1967. Come dice il proverbio, "Puoi togliere l'uomo dalla natura, ma non puoi togliere la natura dall'uomo".
Aggiungo solo che a volte non puoi nemmeno togliere l'uomo dalla natura.